Intervista ai due protagonisti di “Ho cambiato i piani per te”

Intervista immaginaria a Paola e Federico, i protagonisti del nuovo romanzo di Jolanda Buccella “Ho cambiato i piani per te”

Paola/Federico parlateci  un po’ di voi, chi siete, cosa fate nella vita?

Io mi chiamo Paola e all’inizio di questa storia ho 38 anni, la vicenda si svolge in un arco di tempo di quattro anni durante il quale io e i miei compagni di ventura ne vivremo delle belle per colpa della nostra creatrice. Dopo aver vestito per anni la toga in qualità di avvocato penalista ho intrapreso un nuovo percorso lavorativo. Sono diventata pasticcera, ho aperto un piccolo Bistrot nel centro di Perugia e fare dolci mi dà molte più soddisfazioni di quante me ne abbia mai date la mia vita trascorsa in un’aula di tribunale.

Io invece sono Federico, ho 28 anni e lavoro nell’azienda di tessuti che appartiene alla mia famiglia da più di trent’anni, da quando mio padre l’ha fondata, ma è un lavoro che non mi piace, che ho assunto solo per senso del dovere. In realtà il mio sogno è quello di diventare architetto paesaggista e forse con la spinta giusta questo sogno riuscirò a renderlo reale nel corso della storia…

Come vi descrivereste?

Paola: per quanto mi riguarda c’è un prima e un dopo. Un prima in cui ero una donna molto razionale. Programmavo tutto, non lasciavo mai nulla al caso, avevo bisogno di tenere sotto controllo qualsiasi cosa intorno a me e guai se non ci riuscivo. E poi c’è un dopo che quando è arrivato mi ha letteralmente sconvolto, ma in fondo anche salvato da tutte le stupide rigidità che mi ero imposta di seguire. Questo mio dopo mi ha insegnato a vivere le emozioni, a non averne più paura: ha completamente stravolto il mio modo di fare, portandomi a scoprire la forza del cuore che avevo sempre sottovalutato.

Federico: Credo che anche per me ci sia un prima e un dopo. Un prima in cui ero un ragazzo superficiale, un dissipatore di vita tra alcool, indigestioni di medicinali e donne che mi portavo a letto senza neppure conoscerne il nome a volte; per il bisogno che avevo di perdermi in qualcuno perché in me stesso mi ero già perso abbastanza. Il mio dopo invece mi ha fatto riflettere su tutto quello che di sbagliato c’era nei miei giorni, guardare in faccia il dolore che mi portavo dentro, affrontarlo, non temerlo più: l’unico modo per continuare a vivere. E facendo questo percorso mi sono scoperto un uomo vitale, propositivo, capace di provare anche dei sentimenti sani.

E da cosa dipende questo vostro prima e dopo?

Paola: Probabilmente il mio prima dipende dalla mia infanzia. Sono cresciuta senza un padre e con una madre che ha costretto mia sorella maggiore Laura e me a seguirla in una specie di pellegrinaggio in giro per la Penisola. Per anni ho vissuto come una nomade, pronta a ripartire non appena una nuova relazione della mamma si interrompeva. Mia madre… ecco… lei ha avuto una vita sentimentale complessa dopo l’abbandono di mio padre, io per non assomigliarle mi sono imposta di farmi guidare dalla testa; per riuscirci ho addirittura sposato un uomo che incarnava il modello perfetto di compagno ma che non amavo. Il mio dopo invece è arrivato in età già adulta, traumatico, quando non me lo aspettavo, nel modo in cui non avrei mai immaginato. Ho avuto un brutto incidente con mio marito Fabrizio. Ero incinta di sette mesi, il bambino è morto, l’uomo che mi stava accanto da quasi vent’anni è morto, io no. Io sono sopravvissuta con il corpo devastato da cicatrici. Non riuscivo più a guardarmi allo specchio senza sentirmi un mostro. Ho vissuto vittima di crisi di panico per cinque anni, finché una sera di metà gennaio ho incontrato un uomo. Abbiamo iniziato a chiacchierare, seduti su una scalinata di freddo marmo di Carrara sotto un cielo che era una trapunta di stelle. In un primo momento mi è sembrato persino antipatico, poi parlandoci ho scoperto una parte della sua anima così simile alla mia che mi ha fatto tremare i polsi e da quella sera non ci siamo praticamente più lasciati. È stato come un tornado che ha stravolto tutto nella mia vita. Accanto a lui mi sono riscoperta viva. Ho imparato ad amare per la prima volta,  a tornare a guardarmi senza provare repulsione perché attraverso i suoi occhi mi sono vista bella come non mi ero mai percepita nemmeno quando la mia pelle era intatta. Ho tanti dubbi e paure su di noi, la nostra storia, la mia faccia, la mia età molto più adulta della sua, temo che la felicità che sto vivendo al suo fianco possa svanire da un momento all’altro: ho un brutto sentimento che ci riguarda.

Federico: La morte della mia sorellina minore ha rappresentato il mio prima. Per più di dieci anni della mia esistenza me ne sono sentito responsabile, mi specchiavo negli occhi di mia madre e mi percepivo l’assassino della sua bambina. Convivere con un dolore simile, che ti mangia il cervello notte e giorno, è terribile: devi trovare qualcosa che lo attutisca un po’. Io mi sono rifugiato nelle medicine. Ho avuto tre overdose, pensavo di non uscirne più, chi mi stava accanto pensava che non ce l’avrei fatta e poi a un certo punto è arrivato anche il mio dopo. È iniziato con una donna. Non una delle solite che per anni ha appagato i miei istinti sessuali, ma una che con il suo esempio, la sua forza, la sua determinazione a superare un momento per lei devastante mi ha spinto a trovare il coraggio per uscire dal tunnel in cui sguazzavo. Senza saperlo quella meravigliosa creatura mi ha aiutato a prendere la decisione di smetterla con medicine, mi ha guarito dai miei tormenti, salvato dai fantasmi che mi portavo dentro: alla fine è diventata l’amore della mia vita. Non pensavo si potesse amare qualcuno così, con questa intensità. A volte questo amore mi spaventa, temo di perdere tutto, di perdere lei, perché ci sono cose che non ho  avuto il coraggio di dirle: una in particolare che potrebbe rovinare la cosa meravigliosa che siamo diventati.

La parola a Jolanda Buccella, autrice del libro “Ho cambiato i piani per te”

Cari lettori questa è una piccola presentazione di Paola e Federico, i protagonisti del mio romanzo “Ho cambiato i piani per te”. Questa storia  è nata nella primavera del 2020 mentre nel mondo imperversava la pandemia. La scrittura mi ha dato la possibilità di sopravvivere a  quello che mi succedeva intorno, di alzarmi con uno scopo: dare forma e consistenza ai miei personaggi. L’idea è nata in uno dei tanti infiniti pomeriggi di quarantena, quando su Youtube, ho trovato la canzone di Paola Turci Off-Line e le parole del testo, la musica, il video in cui la cantante interagisce con un bellissimo attore italiano, loro due insieme, mi hanno restituito positività: la voglia di impegnare il tempo in qualcosa di produttivo. L’alchimia che i miei occhi hanno visto in quelle immagini, quando lui entra in una stanza di un palazzo antico, lei lo abbraccia da dietro, ha acceso la mia ispirazione: “Off-Line è un momento di riflessione che fa un uomo su se stesso. Su quello che è diventato, su quello che ha perso e che vorrebbe ritrovare», ha detto la Turci in un’intervista, spiegando il senso della sua opera e leggendola mi sono commossa perché Off-Line mi ha ispirato esattamente questo e spero con tutto il cuore di riuscire a trasmetterlo anche a tutti voi che magari spenderete un po’ del vostro tempo leggendo il mio romanzo.

Chi è Jolanda Buccella

Jolanda Buccella nasce in un piccolo paesino della provincia di Salerno, ma da tempo vive a Milano col sogno di affermarsi come racconta storie. Divoratrice compulsiva di libri, lasagne e ciliegie, ha una passione sfegata per il Milan, i bulldog e un giorno amerebbe vivere in una casetta sul lago come quella del film “La casa sul lago del tempo” interpretato da Sandra Bullock e Keanu Reaves.

Foto top articolo: un frame del video Off-Line di Paola Turci, ispirazione per i due protagonisti del romanzo