Condono no vax e haters: Pregliasco li vuole in galera!

La sospensione della multa per violazione dell’obbligo vaccinale riaccende polemiche sui social, alimentando attacchi contro virologi e politici e rivelando tensioni irrisolte dalla pandemia.

La recenti sospensione della multa di 100 euro per chi ha violato l’obbligo di vaccinazione anti-Covid ha scatenato un acceso dibattito sui social, riportando in auge sentimenti di odio e rancore nei confronti di esperti e decisori politici. All’indomani di questa notizia, i virologi e i medici più vocali sono tornati a trovarsi nel mirino di attacchi virulenti, illuminando le tensioni irrisolte del periodo pandemico. Tra i bersagli preferiti c’è Fabrizio Pregliasco, illustre virologo, il quale ha condiviso la sua impressione su questi accesi dibattiti.

La polemica e la reazione sui social

La piazza virtuale, soprattutto su social media, non si è fatta attendere e ha risposto alla sospensione della multa con reazioni forti e caricaturali. Pregliasco ha affermato nel suo intervento che “c’è un condono ai no vax”, ribadendo l’idea che gli haters continuano a sperare che i virologi e i sostenitori delle vaccinazioni debbano pagare per le loro posizioni. Questa ricaduta di tensioni si concretizza in insulti e minacce che Pregliasco riceve quotidianamente, tanto che spesso si sente costretto a guardarsi attorno quando prende i mezzi pubblici. Una vita che doveva essere normale appare stravolta dalla furia di chi critica la scienza e i suoi rappresentanti. L’epoca dei cosiddetti “virostar” non è terminata, anzi sta trovando nuova linfa in queste polemiche.

Come se non bastasse, gli attacchi non si limitano al solo Pregliasco. Anche medici e politici diventano oggetto dell’indignazione popolare. In un commento appassionato, il virologo ha notato come sia evidente un revanscismo: “è come se si volesse riscrivere un passato che ha creato danni irreversibili”. C’è chi, con spavalderia, ha invitato a penalizzare i politici che hanno governato durante l’emergenza sanitaria, considerandoli responsabili delle scelte fatte. Chiaramente, la tensione che si percepisce nei social richiama in causa la responsabilità di chi ha guidato e di chi ha oltraggiato in un periodo di controlli e limitazioni, il che rende tutto quanto ancora più insolito e difficile da decifrare.

Il peso della salute e le responsabilità sociali

Il discorso si fa ancor più complesso quando si tiene conto del contesto. La lotta contro il Covid-19 ha evidenziato divisioni profonde all’interno della società. Pregliasco non è il solo, ma rappresenta uno dei molti che ha vissuto sulla propria pelle gli effetti di queste diatribe. Le sue parole sull’irrazionalità dei messaggi di odio mostrano un disagio palpabile. Chi cerca di attuare soluzioni, secondo lui, viene frequentemente deriso. Il concetto di responsabilità sociale appare ormai sfocato, trasformato in una sorta di battaglia ideologica, dove si rischia di dimenticare l’importanza della salute pubblica.

“Assistiamo a un’accesa colpevolizzazione di coloro che si erano adoperati per informare” sostiene Pregliasco. Ma, in mezzo a ciò, è interessante notare come il messaggio che doveva essere un monito per tutti si sia trasformato in un palcoscenico di accuse e insulti. La pandemia, infatti, ha portato alla luce dinamiche relazionali mai affrontate prima, dove la scienza e le sue verità sono messe costantemente in discussione. È come se le persone volessero negare un periodo storico vissuto che ha cambiato il volto della cooperazione sanitaria.

L’odierna polarizzazione tra scienza e negazionismo

Il fenomeno del negazionismo sta emergendo con forza, mostrando una polarizzazione che ha radici profonde. La crisi della pandemia ha, di fatto, diviso l’opinione pubblica in due schieramenti. Da un lato, ci sono coloro che sostengono l’importanza della scienza e della medicina nel fronteggiare le emergenze; dall’altro, chi invece pone interrogativi su queste verità, rivendicando il diritto a esprimere scetticismo. Questo stato di cose non è assistito solo da semplici discussioni, ma è andato a sfociare in attacchi personali. Affermare che “una volta i pazzi venivano internati” riassume la frustrazione che molti provano nei confronti di chi rigetta le raccomandazioni scientifiche.

Pregliasco, ritornando su questo tema, fa presente che il dibattito si è spostato su di lui e altri esperti, come Walter Ricciardi e Matteo Bassetti, i quali ora si trovano ad affrontare critiche e pressioni per le loro scelte passate. La scienza non è sempre palesemente amica o nemica; piuttosto, spesso è stato un viaggio complicato da decifrare. Ecco perché le discussioni online sul Covid-19 si sono trasformate in un campo di battaglia ideologico, dove si tenta di riscrivere la narrazione di un evento che ha colpito l’intera umanità.

Quindi, mentre la situazione continua a evolversi, ciò che emerge è il bisogno di comprendere meglio, riflettere, e discutere – ma in modo costruttivo. Il mondo della medicina e della scienza non deve essere visto come un nemico, ma piuttosto come un alleato nel percorso verso la salute e il benessere di tutti.