Il fumo di sigaretta continua a rappresentare un grosso problema per la salute pubblica a livello globale. Uno studio del 2019 ha rivelato statistiche allarmanti in Inghilterra, dove il 15% delle morti tra gli over 35 è stato attribuito al fumo. Inoltre, quel medesimo anno ha visto il Regno Unito perdere circa 13,5 miliardi di sterline a causa delle problematiche legate al tabagismo. In questo contesto, le sigarette elettroniche si delineano come una delle soluzioni più promettenti per chi desidera smettere di fumare, con benefici per la salute sia individuale che collettiva. Secondo recenti dati del 2024 dalla Cochrane Review, chi opta per le sigarette elettroniche con nicotina ha un tasso di cessazione del fumo a sei mesi superiore rispetto a chi prova i tradizionali sostituti della nicotina. Gli studi analizzati dalla Cochrane Review non hanno segnalato effetti avversi significativi a breve termine legati all’uso di e-cig.
Durante l’edizione 2024 dell’E-cigarette Summit UK, Alan Boobis, professore emerito di Tossicologia all’Imperial College di Londra, ha condiviso informazioni cruciali sull’uso delle sigarette elettroniche come alternativa alle sigarette tradizionali. Nel suo intervento, ha messo in evidenza che le normative esistenti dovrebbero basarsi su prove scientifiche solide per evitare conseguenze indesiderate. Boobis ha sottolineato che l’utilizzo di aromi per aromatizzare i liquidi delle e-cig è oggetto di dibattito. Da un lato, questi aromi possono rappresentare un’attrattiva per giovani che non fumano già, dall’altro, sembrano suscitare dubbi circa possibili rischi per la salute. È un aspetto su cui occorre riflettere attentamente, poiché gli aromi potrebbero avere effetti variabili a seconda dell’età, e il focus dovrebbe essere sul fornire informazioni accurate e utili.
In un contesto dove le sigarette elettroniche si mostrano più sicure rispetto alle tradizionali, Boobis ha messo in discussione il potenziale rischio di questi aromatizzanti. Infatti, ha fatto notare che molti dei composti utilizzati nei liquidi per e-cig sono presenti anche in prodotti alimentari. Gli effetti di questi aromi sul corpo sono gli stessi, certo, dipendono dalla concentrazione, esattamente come succede per gli alimenti. Ha fatto un esempio specifico, riguardante la cinnamaldeide, un composto noto per l’olio essenziale di cannella, che non ha mostrato effetti significativi in chi utilizza le e-cig nonostante le preoccupazioni emerse.
La regolamentazione e le sue conseguenze
Clive Bates, direttore di Counterfactual Consulting Ltd, ha esposto il suo punto di vista sull’impatto delle normative riguardanti le sigarette elettroniche. Secondo Bates, è fondamentale riflettere sulle conseguenze che tali regolamentazioni possono avere sul mercato e sulla salute pubblica. Le e-cigarette, ha affermato, risultano meno dannose delle sigarette tradizionali e rappresentano un supporto efficace per coloro che cercano di abbandonare il fumo. In Gran Bretagna, il numero di fumatori adulti è venti volte superiore a quello degli under 18. Imporre restrizioni e regolamenti troppo severi, secondo Bates, rischia di portare le persone a tornare alle sigarette tradizionali o, peggio ancora, a creare un mercato nero per i liquidi per e-cig.
Bates ha avvertito i responsabili delle politiche sanitarie sul fatto che il divieto di aromi potrebbe causare l’emergere di un mercato sommerso, dove i consumatori si troverebbero ad affrontare rischi ancora maggiori. Un aumento dei prezzi delle sigarette elettroniche, a sua volta, potrebbe avere l’effetto di riportare le persone verso il fumo delle sigarette tradizionali. Ha evidenziato che misure come il “generation ban” avrebbero conseguenze minime, fino al 2044, mentre sarebbe imperativo concentrarsi sulle soluzioni per coloro che fumano attualmente. Le proposte di Bates puntano a fornire un approccio più realistico e coerente per affrontare questi problemi, sostenendo la necessità di un mercato responsabile con una chiara informazione sui rischi e sui benefici.
Accelerare il processo di cessazione del fumo
Robert Beaglehole, professore emerito dell’università di Auckland e presidente di ASH – Action for Smokefree 2025 in Nuova Zelanda, ha parlato dell’urgenza di accelerare la cessazione del fumo. Ha condiviso riflessioni personali, inclusa la perdita del padre, che è morto a 59 anni a causa dei danni provocati dal fumo, e di un giovane paziente sofferente per un tumore ai polmoni. Beaglehole ha messo in evidenza come, secondo i dati, i progressi verso questo obiettivo siano insufficienti, con una riduzione del fumo globale limitata al 25%, mentre la scadenza del target è stata spostata in avanti, fino al 2030 per gli uomini.
Il professore ha evidenziato la necessità che l’Organizzazione Mondiale della Sanità adotti un approccio più fiscale per affrontare il problema. Inoltre, ha sottolineato l’importanza della cooperazione tra i vari Stati e una maggiore partecipazione del pubblico. Concludendo, Beaglehole ha auspicato per un’apertura maggiore da parte del nuovo direttore generale dell’OMS a queste problematiche, affinché si possano attuare strategie più efficaci nella lotta contro il fumo.
Questi interventi sollevano interrogativi importanti sull’approccio necessario nel campo della salute pubblica e sui modi per affrontare la questione del fumo in maniera pragmatica e basata su evidenze. La regolamentazione, la formazione e strategie socio-sanitarie sono solo alcuni dei temi chiave da considerare.