Aids: terapie e prevenzione vincenti contro l’Hiv, confermano gli infettivologi

Scoperte innovative nel trattamento dell’Hiv, presentate al congresso di Napoli, evidenziano l’importanza della terapia personalizzata e della prevenzione per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Nuove scoperte e successi nel trattamento dell’Hiv presentati a Napoli

Un’importante evoluzione è emersa recentemente dando il via a un dibattito vivace sulla terapia antiretrovirale contro l’Hiv. Gli studi più recenti, presentati al 23esimo congresso della Società italiana di malattie infettive e tropicali che si sta svolgendo a Napoli, rivelano come queste nuove pratiche terapeutiche stiano modificando radicalmente il panorama della lotta contro questo virus. Grazie a questi trattamenti, la vita delle persone con Hiv sta cambiando, migliorando non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita, che ora è sempre più vicina a quella della popolazione generale. La possibilità di cronicizzare l’infezione è una notizia incoraggiante, e il concetto di U=U diventa sempre più rilevante nella lotta contro la trasmissione del virus. Diamo un’occhiata ai dettagli e alle implicazioni di queste scoperte.

Negli ultimi anni, la terapia antiretrovirale ha fatto passi da gigante, raggiungendo risultati straordinari. Adesso, la possibilità di regolare la terapia consente di considerare un approccio personalizzato in base alle necessità e alle condizioni specifiche di ogni paziente. Giovanni Di Perri, professore di Malattie infettive all’università di Torino, ha messo in evidenza il vantaggio dell’individualizzazione nel trattamento, ponendo l’accento sulla terapia a due farmaci che potrebbe sostituire la tradizionale combinazione a tre. La combinazione di Bictegravir, Emtricitabina e Tenofovir Alafenamide ha dimostrato una capacità notevole nella gestione dell’infezione, con un potenziale di tollerabilità davvero significativo.

Nei casi di aderenza non perfetta al trattamento, come ad esempio in caso di una mancata adesione del 20%, i risultati odierni indicano che ciò non porta più necessariamente al fallimento della terapia, cosa che accadeva in passato. Questo nuovo scenario apre la porta a trattamenti più flessibili e meno rigidi, in cui l’obiettivo primario resta sempre la salute e il benessere del paziente. La valutazione dei benefici di una strategia di trattamento triplice o doppia permette di adattare il regime terapeutico in funzione delle necessità del singolo individuo e non più di un approccio standardizzato.

L’importanza della prevenzione e del trattamento precoce

Un altro aspetto fondamentale che emerge è il ruolo cruciale della prevenzione. Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, ha sottolineato che è essenziale potenziare gli screening per individuare e trattare le persone infette. Con circa il 76% delle 39 milioni di persone nel mondo che convivono con l’Hiv che riceve la terapia antiretrovirale, i numeri sono promettenti, ma non sufficienti. Bisogna allargare il campo d’azione: la diagnosi precoce è un elemento chiave nel fermare la diffusione del virus. E qui entra in gioco la Profilassi Pre-Esposizione . Sebbene non ci sia ancora un vaccino, i farmaci antiretrovirali hanno dimostrato di offrire una protezione efficace per le persone a rischio.

Le nuove terapie disponibili, ad esempio la somministrazione di un medicinale ogni due mesi, sono un passo avanti notevole, promettendo di estendere questa protezione anche fino a sei mesi nel prossimo futuro. La combinazione di trattamento e prevenzione rappresenta una sinergia perfetta, e se si lavora correttamente su entrambi i fronti, si può davvero sperare di ridurre drasticamente la circolazione dell’Hiv.

Il focus sulla salute e il sistema immunitario

Mentre la terapia antiretrovirale ha l’abilità di controllare la carica virale significativamente, rimane una sfida il recupero completo del sistema immunitario. Questo aspetto è fondamentale, in quanto le persone a lungo termine possono trovarsi a rischio di patologie correlate, come quelle cardiovascolari o renali. Giulia Marchetti, professore di Malattie infettive presso l’università di Milano, ha evidenziato come la terapia BIC/FTC/TAF, in vari trial clinici, abbia dimostrato di migliorare la funzionalità del sistema immunitario e ridurre l’infiammazione, un risultato eccellente per garantire una qualità di vita accettabile.

Questi unici progressi nella terapia antiretrovirale creano una nuova prospettiva per le persone che vivono con l’Hiv, posizionandole in una situazione più favorevole, soprattutto se ricevono una diagnosi e un intervento tempestivi. È un passaggio significativo, perché oltre a garantire una vita più lunga, si sta anche lavorando per migliorare il benessere complessivo di queste persone, rendendo il loro cammino di vita paragonabile a quello della popolazione generale.

Il congresso di Napoli: un punto di riferimento nella ricerca

Il congresso della Simit in corso a Napoli si sta rivelando un punto di riferimento essenziale per l’aggiornamento professionale e la diffusione delle conoscenze nel campo delle malattie infettive. Con la partecipazione di oltre mille esperti del settore, si sta affrontando una varietà di temi importanti che vanno oltre l’Hiv, come antibiotico resistenza, vaccinazioni nell’adulto, e la gestione delle infezioni correlate all’assistenza. Le discussioni si estendono anche a sfide emergenti come la Covid-19 negli immunodepressi e l’impatto dei cambiamenti climatici sulle arbovirosi e altre malattie infettive.

La condivisione di informazioni e strategie è fondamentale in un contesto in continua evoluzione come quello attuale, e si spera che gli sviluppi e le idee scaturite da questo congresso possano contribuire a una migliore gestione delle malattie infettive a livello globale. La ricerca continua a progredire, e nuovi orizzonti si sono aperti, promettendo non solo una vita migliore per chi vive con l’Hiv, ma anche un approccio più efficace nella lotta contro le malattie infettive in generale.