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Vaccini non sicuri per il 40% degli italiani: chi sono gli scettici?

I vaccini sono da sempre al centro di dibattiti e discussioni. Ultimamente, un sondaggio condotto da EngageMinds Hub dell’Università Cattolica di **Cremona ha sollevato interrogativi interessanti sulle opinioni degli italiani riguardo alla loro efficacia e sicurezza. I risultati rivelano che 7 italiani su 10 considerano i vaccini utili nella prevenzione delle malattie, ma c’è una certa sfiducia nella loro sicurezza, con 4 su 10 che esprimono preoccupazioni. Questo articolo esplorerà il panorama attuale delle opinioni sui vaccini, le paure riguardo a nuove pandemie e le difformità nelle opinioni degli italiani.

Secondo il report, l’Italia sembra divisa rispetto ai vaccini, con più di 5 persone su 10 che manifestano una certa sicurezza nelle azioni delle autorità pubbliche. Tuttavia, questo numero non è così alto come in passato. In effetti, è sceso dal 59% di gennaio al 55% di novembre di quest’anno. Eppure, un dato interessante emerge: l’efficacia dei vaccini sembra essere riconosciuta da un numero crescente di persone, passando dal 68% all’inizio dell’anno al 70% più recentemente. È un piccolo segnale di ottimismo, ma c’è ancora molto da fare per rassicurare chi è scettico, soprattutto tra coloro che vivono con una scarsa fiducia nelle istituzioni.

Infatti, le indagini hanno svelato una correlazione tra scetticismo e livello di istruzione, con un 50% di chi ha bassi titoli di studio che sostiene una vista pessimista sui vaccini. Inoltre, la incertezza politica gioca un ruolo fondamentale: il 42% degli intervistati senza un orientamento politico specifico esprime scetticismo, così come un 40% di chi si identifica a destra. L’elemento complottista non è da sottovalutare e influisce su un significativo 56% delle risposte. Qui riscontriamo un mondo complesso e sfumature che sfuggono a semplici categorizzazioni.

Le paure di una nuova pandemia

Nonostante i progressi fatti nella lotta contro il Covid-19, le paure di una nuova pandemia continuano a farsi sentire. I dati mostrano che quasi due italiani su dieci temono che un’altra emergenza sanitaria possa colpire la popolazione. A conti fatti, nonostante il numero elevato di vaccinazioni e la consapevolezza crescente sulla prevenzione, è significativo che ben il 68% ritiene che la fase peggiore della crisi sanitaria sia ormai alle spalle. Solo una ristretta percentuale degli intervistati si sente a rischio di contagio, un dato che potrebbe riflettere un certo ottimismo di fondo.

La mancanza di paura non deve però trarre in inganno; ad esempio, nelle ultime settimane c’è stata un’accelerazione nel numero di italiani che, nel caso di febbre, preferirebbero un tampone rapido da fare a casa, un incremento dal 30% al 34%. Sarà anche necessario seguire come queste nuove abitudini si consolidano nel tempo. E c’è chi decide di isolarsi in quarantena, ma il numero è sceso dal 22% al 9%. Inoltre, il 10% dichiara di voler ricevere un nuovo vaccino anti Covid-19 anche quest’anno, evidenziando un’evidente divisione fra le intenzioni e le percezioni.

Una percezione divisa sulla vaccinazione

L’analisi dei dati porta a evidenziare quanto la percezione della vaccinazione sia sfaccettata tra gli italiani. Guendalina Graffigna, direttrice di EngageMinds Hub, sottolinea che c’è una divisione chiara fra chi vede la vaccinazione come un dovere civico e chi è indeciso o, peggio, sfiducia nei confronti delle campagne vaccinali. Solo il 29% degli italiani la percepisce come un’azione preventiva necessaria, mentre un 54% si sente certo della forza del proprio sistema immunitario. Di fronte a tutto questo, la comunicazione di dati e risultati chiari, senza ambiguità, si rivela fondamentale per costruire un consenso.

In particolare, i risultati sono scottanti: il 42% degli intervistati riporta di non sentirsi sicuro dei vaccini. Tra questi, la maggior parte ha una bassa istruzione, il 54%, e una parte osservante di orientamenti politici estremisti. La sfiducia si estende poi alla scienza e alle istituzioni, con il 78% degli scettici che mostra sfiducia nelle scoperte scientifiche e nel 59% che non si fida del Sistema Sanitario Nazionale. La fiducia è una questione chiave e senza un impegno forte e una comunicazione efficace da parte delle autorità, continuare a costruire un consenso sulla vaccinazione rimarrà una sfida ardua, è evidente ed appare chiaro che servano azioni decise per migliorare la percezione generale.

Questi dati, dunque, non solo offrono un’istantanea della situazione attuale in Italia riguardo ai vaccini, ma mettono in chiaro anche la strada da percorrere per migliorare l’accettazione e la fiducia nelle politiche sanitarie che sono essenziali per proteggere la salute della popolazione.

Marco Maggioni

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