A prima mattina, a metà giornata, la sera prima di andare a dormire, durante una pausa a lavoro: il caffè è il classico modo per prendersi un break, staccare con il mondo, con la quotidianità e rilassarsi sorseggiando da una tazza calda e profumata in compagnia degli amici, con i colleghi di lavoro o anche in solitudine.
Il caffè nel medioevo era considerato una sorta di medicinale, vediamo dunque qualche cenno storico.
Il caffè nella storia
A farlo arrivare in Europa erano stati i Turchi nei primi anni del Settecento. I turchi assediarono la città di Vienna e come spesso accade in momenti di guerra, con la drammaticità della situazione, avvengono anche scambi importanti di usi e tradizioni dei popoli protagonisti. Ed è proprio per questo che Mozart, pochi anni dopo la guerra, alla corte di Vienna beveva già il caffè alla turca.
Non ci volle molto per far diffondere l’usanza del caffè in tutta Europa: poco dopo fu grazie ai matrimoni delle figlie dell’imperatore d’Austria che il caffè entrò a far parte della società in tutto e per tutto. Sia Maria Antonietta in Francia che la sorella Maria Carolina alla corte dei Borbone a Napoli, utilizzavano il caffè per rafforzare l’organismo e lo utilizzavano come strumento di socialità.
Prima diventò una bevanda borghese per poi arrivare ad essere popolare soprattutto a Napoli. Oggi il caffè è il vero simbolo della città partenopea, al pari della pizza e della sfogliatella.
Chi pensa che il caffè è una bevanda come tutte le altre sbaglia di grosso: al suo interno sono presenti ben 1500 sostanze chimiche, 800 volatili. Per ottenere un caffè buono, bisogna conoscere dettagliatamente ogni fase di produzione ed avere una grande passione per il prodotto, pensando sempre al soddisfacimento del cliente finale, il consumatore.
Tutti sappiamo che nel caffè c’è la caffeina ma nessuno sa che questa sostanza è una delle più farmacologicamente attiva e maggiormente utilizzata in tutto il mondo. Questa sostanza non è contenuta solo nel caffè ma anche in altri cibi ed elementi, come il cacao.
Questa sostanza ha degli indubbi benefici: riesce a migliorare l’attività celebrale, allontana la stanchezza e aumenta la resistenza fisica. Aiuta ad avere la giusta energia da mettere ad inizio giornata, necessaria per far partire una giornata lavorativa o di studio.
Alcuni studi hanno anche scoperto che il caffè ha un alto contenuto di antiossidanti, ottime per prevenire alcune gravi patologie come il diabete di tipo 2, l’Alzheimer e il morbo di Parkinson.
Ma come si fa un buon caffè?
Le regole per fare un caffè con la C maiuscola sono davvero poche ma che riescono completamente a cambiare il sapore e il gusto della nostra bevanda.
Prima di tutto bisogna scegliere la miscela giusta, di qualità che deve essere conservata in un recipiente chiuso, lontana da cibi che emanano forti odori che potrebbero comprometterne l’aroma.
L’acqua deve essere fresca e mai più di quella indicata (con l’apposito segno) all’interno della caffettiera.
Mettere non più di tre cucchiaini di caffè, formando una specie di cunetta, chiudere la macchinetta e lasciare sul fuoco a fiamma bassissima.
Più tempo ci vuole per far uscire il caffè e più questo sarà davvero ottimo.
Quando il caffè inizia ad uscire, bisogna alzare il coperchio, evitando che la condensa del vapore cade nel bricco. Inoltre è importante togliere la caffettiera dal fuoco prima che il caffè sia completamente uscito.
Attenzione a non lasciar bollire il caffè sul fuoco.
Un altro consiglio è quello di creare una cremina mettendo dello zucchero in una tazzina di caffè e versarne un goccio, agitando con forza fino, appunto, a creare una crema abbastanza densa.
Una volta uscito il caffè, versatelo nella tazzina con la cremina, il risultato sarà davvero ottimo.